XENOFOBIA e
PSICOLOGIA
Parlando di Xenofobia è necessario comprendere, oltre che il significato del termine, anche i motivi per cui nascono questi comportamenti....
GLI STEREOTIPI
Spesso questi costituiscono un supporto a una particolare disposizione emotivo-affettiva. Esso può variare dalla simpatia, all’indifferenza fino al disprezzo. In quest'ultima situazione essi vengono chiamati anche "pregiudizi".
I pregiudizi attirano l’attenzione degli studiosi per gli effetti più vistosi e purtroppo più deprecabili che sono in grado di produrre. Alcuni pregiudizi hanno determinato la nascita di termini specifici, ad esempio "antisemitismo" e "xenofobia".
I pregiudizi si fondano sul bisogno dei soggetti di far prevalere la propria posizione rispetto agli altri, è questo il caso di molti pregiudizi razziali o dei pregiudizi che gli abitanti dei centri urbani hanno nei confronti di coloro che vivono in campagna.
Ad esempio una persona anziana può convincersi che tutti i giovani amino la musica rap e ascoltino solo quest'ultima discriminando in questo modo anche quelli che non l’ascoltano. Questo conferma come le persone si basano unicamente sui propri precetti e ignorino la posizione altrui, ponendosi in una posizione di superiorità. Si crea così un circolo vizioso che rinforza il pregiudizio come dimostrano gli esempi precedenti. Nel corso degli anni durante periodi di grande difficoltà si tende a rafforzare gruppi razziali per avere maggiore conforto sfociando nella xenofobia. Oggi e in passato in tutto il mondo molte guerre vengono sostenute e alimentate dai pregiudizi razziali e religiosi sostenuti da persone xenofobe, traendo vantaggio dalla situazione. Un esempio lo possiamo trovare durante il periodo nazista nel quale Hitler ebbe un atteggiamento ostile contro “la cricca internazionale ebraica”. Egli influenzò negativamente la popolazione tedesca nei loro confronti, la quale manifestò successivamente un sentimento di angoscia collegato ai pregiudizi già insiti nella società.
Inoltre, affinché il comportamento xenofobo si possa manifestare in modo da avere rilevanza sociale, occorrono uno o più gruppi di persone che siano portatori di una fobia nei confronti di un altro gruppo di individui pensati come “diversi”. Nella fenomenologia xenofoba il gruppo è il protagonista dell’intera vicenda, mentre l’individuo vi rimane sullo sfondo.
Un chiarimento riguardo alla Xenofobia nell'uomo...
UNO SGUARDO PSICOLOGICO VERSO LA STORIA DELLA XENOFOBIA
"La psicologia delle folle" di Gustave Le Bon deve essere citato se si discute riguardo la storia della xenofobia; infatti l'opera tratta lo studio del comportamento individuale e di come possa cambiare se influenzato, o addirittura manipolato, dal pensiero collettivo della folla. Il primo aspetto che Le Bon chiarisce e che avrà una ripercussione sulla psicologia dei gruppi è la differenza tra "folla" e "folla psicologica". Più persone riunite in una piazza casualmente e senza uno scopo costituiscono una folla, ma non una folla psicologica. Per diventare tale, si rendono indispensabili il succedersi di alcuni eventi che porteranno le persone a essere inizialmente una folla in via di organizzazione e poi una folla psicologica organizzata, orientata a uno scopo.
"L'era delle folle" sorge nel 1800 tra due fattori essenziali, ovvero la decadenza delle credenze religiose, sociali e politiche e le nuove correnti di pensiero che rivalutano la scienza e includono i concetti della Rivoluzione Industriale.