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La Xenofobia nella storia 

Per comprendere a pieno la situazione attuale riteniamo sia fondamentale dare un’occhiata al passato per vedere quando è nata questa visione e come le popolazioni agirono.

Il mondo greco aveva sempre manifestato interesse nel mondo dei barbari. Il motivo però di questo interesse era quello di dimostrare la superiorità degli Elleni, rispettando comunque le altre popolazioni. Il primo storiografo che assume un approccio meno prevenuto è Erodoto, probabilmente poiché egli visse ad Alicarnasso, un porto internazionale dell’Asia minore che gli diede l’opportunità di venire in contatto con realtà e culture diverse. Per la sua formazione ideologica e umana un fondamentale contributo ebbero i suoi viaggi tra i popoli del Mediterraneo da lui descritti con interesse etnografico e vaglio accurato delle fonti. Lo scrittore asserisce che ogni civiltà abbia le proprie tradizioni e usi, che cambiano da luogo a luogo. Questi nomoi sono tutti ammissibili poiché validi nel loro contesto. Egli, a differenza di quanto avveniva in precedenza, tende a riconoscere e far emergere le virtù e capacità straordinarie dei barbari. Nella sua opera Storie evidenzia il rigore con cui gli antichi Arabi tengono fede ai patti, il forte senso di giustizia degli Sciti e la grande devozione degli Egizi.

Dopo le Guerre Persiane è il teatro a mettere in scena e problematizzare l'incontro con lo straniero e il conflitto dei diversi valori in campo. Ma il termine acquista un'accezione univocamente negativa solo a partire dai primi decenni del IV secolo a.C. In questo periodo nel discorso pubblico si costruisce l'immagine della Grecia come faro di civiltà che ha respinto barbari rozzi, e assoggettati a monarchie o tirannidi, grazie ai suoi valori e al suo amore per la libertà.

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La domanda che ci poniamo è dunque: cos'ha portato questo cambiamento?

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Età arcaica

L’età arcaica e soprattutto il periodo in cui Erodoto visse, era un’epoca caratterizzata da grande stabilità politica ed economica: la Grecia aveva raggiunto un indiscusso primato, dopo la vittoria di diverse guerre. Questa sicurezza è il punto chiave che giustifica l’atteggiamento degli Elleni, i quali, non sentendosi minacciati dalle potenze esterne, non vedevano i barbari negativamente.Il IV secolo a.C. è marcato dalla crisi di Atene che perse l’egemonia e di conseguenza il sistema delle polis entra in crisi. Questa condizione di insicurezza e instabilità fa emergere la paura dello straniero.

La Roma antica

Nel mondo romano riscontriamo gli stessi motivi. Tacito, uno storiografo di grande rilievo, scrive un’opera sui Germani. In essa egli evidenzia la crudeltà di questo popolo, senza esaltare la grandezza bellica di esso.  Questo è giustificato dal fatto che Roma provò per diversi anni a conquistare le regioni occupate da questa popolazione ma ne uscì sempre sconfitta.

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Il Medioevo

Durante il medioevo questa repulsione fu prettamente legata alla religione: tutte le professioni che non fossero cristiane venivano viste come un ostacolo ed è per questo motivo che nacquero manifestazioni violente e scontri tra i cristiani e i musulmani: lo scopo era quello di eliminare il popolo considerato infedele poiché diverso.

Civiltà mesoamericane

Le scoperte geografiche che caratterizzano il XV secolo portarono i popoli europei ad entrare in contatto con popolazioni quali i Maya, gli Inca e gli Aztechi, civiltà che si differenziavano per fisicità, modi di vivere e di pensare. Ancora una volta, queste dissomiglianze vengono usate come pretesto per attaccare e sfruttare queste popolazioni indigene.

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"L'origine della specie"

Lo sviluppo scientifico, contrariamento a quanto sia lecito pensare, porta la xenofobia in una strada ben peggiore: gli individui giustificano i loro comportamenti cercando supporto nelle varie teorie scientifiche. Nel 1859 Charles Darwin pubblica il libro “L’origine della specie” nel quale evidenzia la sua teoria sull’evoluzione. In questa formulazione l’elemento chiave è che gli organismi, secondo quanto sostiene Darwin, generano un numero di individui superiore alle risorse disponibili, motivo per il quale c’è sempre una lotta in atto ed evidenzia che ci sono persone più disposte alla sopravvivenza, poiché capaci di adattarsi all’ambiente. Questo punto cardine viene tradotto nel darwinismo sociale, utilizzato come scusa per muovere lotta contro altre popolazioni e legittimare la supremazia di una classe su un’altra.

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